Organari che hanno operato sul territorio

A. Bevilacqua da Torre de' Nolfi (Aq)

Carelli Francesco

Consoli Giovanni da Locorotondo (Ba)

- Francesco Consoli :
Fondatore della fabbrica, nel 1909 costruì il 1° organo, per la cattedrale di Bari. Più di 40 organi a trasmissione pneumatica, ancora oggi in perfette condizioni, sono la testimonianza di altissima qualità, affidabilità nel tempo e di un elevato impegno professionale.
- Leonardo Consoli :
Successore negli anni sessanta, fu costruttore di armonium a pedale, organi a trasmissione meccanica, poi elettrica e di pianoforti. Restauratore di importanti organi nel centro-sud Italia, fu perfezionista estremo nella intonazione ed accordatura di tutti gli strumenti.
- Giovanni Consoli & figli :
Attuale titolare della Fabbrica, progettista di tutti i modelli è l’ ideatore della trasmissione digitale TDS (brevetto G. Consoli). Questo sistema, utilizzato da oltre 15 anni, offre una serie di vantaggi esclusivi.

Fabbrica d'Organi Cav. Giovanni Tamburini - Crema (Cr)

- Giovanni Tamburini (1857-1942), nato Bagnacavallo (Ravenna) da umili origini, cominciò il proprio apprendistato come riparatore e costruttore di fisarmoniche, falegname ed ebanista, per giungere ad un perfezionamento delle proprie conoscenze con gli anni di lavoro presso la fabbrica di pianoforti Battista Brialdi a Faenza.

L’avvicinamento al campo organario avvenne nel 1884 con la sua assunzione presso la ditta Trice-Anelli di Codogno. Forte di tale esperienza, veniva assunto nel 1887 dalla fabbrica del Cavalier Pacifico Inzoli di Crema, con lo specifico incarico di trovare soluzione ai problemi di ordine meccanico rimasti insoluti o malamente superati nella precedente produzione organaria. Trascorse a Milano un periodo di formazione presso la Società Elettrica Industriale ed ideò l'importante trasformazione dell'organo da meccanico a elettrico, con un percorso attivo di perfezionamento.

Nel 1893 fondò la propria fabbrica d’organi. Da quel momento si dedicò alla costruzione di organi grandiosi, installati a Roma, a Milano, nelle più rilevanti cattedrali d'Italia e all'estero. I suoi collaudatori furono i più insigni maestri: Perosi, Bossi, Tebaldini, Baronchelli, Ravanello, Manera, Terrabugio, Coronaro, Mattey, Pagella, Vignanelli, Germani etc. Il giudizio comune, in occasione di ogni collaudo o concerto, come si evince dalla cronaca contemporanea, fu sempre di lode e di ammirazione. Nel 1921 S.S. Benedetto XV lo decorò della Croce di Cavaliere Pontificio dell'Ordine di S. Silvestro; il Ministro Montresor, dopo il collaudo in Santa Croce a Firenze, gli conferì il titolo di Cavaliere del Regno; dopo l'inaugurazione dell'organo del Duomo di Milano, ottenne la nomina di Commendatore. Si riassumono così i cinquant'anni di ricerca appassionata e di attività perseverante, esercitata da Giovanni Tamburini nella sua fabbrica. Negli ultimi anni, forte delle istanze di un gruppo di giovani organisti, egli intuì che il sistema di trasmissione elettrica, pur offrendo al costruttore le più ampie possibilità di realizzazione ubicativa e di grandiosità strumentale, veniva a togliere all’organo quella natura di genuinità fonica e di pura espressività in cui si identificava l’eredità più segreta della tradizione organaria, tramandata con mirabili strumenti costruiti col “sistema meccanico”. Ancora un ventennio doveva passare prima che tale intuizione venisse avviata a compimento, con il favore di una più accorta sensibilità ai valori strumentali dell’arte organaria. Giovanni Tamburini morì il 23 novembre 1942, con la benedizione del Papa Pio XII e del Vescovo Mons. F. M. Franco. L’eredità professionale è passata ai discendenti: Umberto Anselmi e i figli Franco e Luciano Anselmi Tamburini. Attualmente la ditta prosegue la sua attività, presso la sede di Pianengo, soprattutto nel campo del restauro sotto la guida di Saverio Anselmi Tamburini.

 

Fraccascia Vito Michele da Acquaviva

Fragasso Nicola

Fratelli Aletti - Monza

Famiglia dì organari operanti a Monza nella seconda metà del sec. XIX e nella prima metà del XX. La fabbrica fu fondata nel 1849 da Carlo A., nato a Varese nel 1820 ed educatosi in questa città alla scuola dei Biroldi. Dal 1886 egli si valse della collaborazione dei figli, i quali nel 1896 assunsero la ditta. Ultimo direttore della fabbrica fu Attilio A., nato a Monza l'8 marzo 1873 ed ivi morto il 18 giugno 1946. A Carlo si deve, tra l'altro, l'organo della chiesa di S. Nicolò di Verona, ad Attilio l'organo di S. Stefano Maggiore di Milano (1903) e, nel periodo 1920-28, gli organi per il tempio di S. Carlo e la chiesa di S. Agostino di Milano, per S. Carlo di Monza, per S. Bartolomeo e S.Lorenzo in Monlué di Milano, per il santuario di Oropa, per la cattedrale di Rieti e per Gordola (Canton Ticino).

Di Attilio è una lettera importante, scritta in occasione del primo congresso dell'artigianato milanese (17-18 genn. 1932), Verso la costituzione di un consorzio fra gli artigiani degli strumenti musicali,e pubblicata in Musicisti d'Italia,XII (1932), pp. 2-3, nella quale egli tratta il problema della aumentata importazione di parti staccate di organi, che impoveriva e rendeva standardizzata la tradizionale arte organaria italiana.

Gli A., che in un primo periodo furono fedeli alle tradizioni dell'organaria lombarda ottocentesca, seguirono poi gli indirizzi dell'organaria neoromantica.

 

 

Fratelli Ruffatti - Padova

Antonio Ruffatti e i suoi fratelli Alessio e Giuseppe sono i fondatori dell’azienda, continuatori di una tradizione che, attraverso la ditta Malvestio di Padova, di tradizione secolare, si riallaccia alla scuola settecentesca veneta. Nel 1940, Antonio Ruffatti e i suoi due fratelli fondano la Famiglia Artigiana Fratelli Ruffatti, il nome completo dell’azienda, ancora oggi immutato. Da allora hanno costruito oltre cinquecento strumenti di tutte le dimensioni in Europa, America, Africa, Asia e Australia. La tradizione dei Fratelli Ruffatti continua oggi con la seconda generazione di fratelli Ruffatti, Francesco e Piero, figli di Antonio, soci dal 1968.

G. Leorin da Padova

Gianni Rega da Bari

Giuseppe Rubino da Castellaneta (Ta)

Giuseppe Rinaldi da Stornarella (Fg)

Giuseppe Toselli da Ferrara

Inzoli Cav. Pacifico di Bonizzi F.lli - Crema (Cr)

La fabbrica d'organi "Inzoli Cav. Pacifico" venne fondata nel 1867 da Pacifico Inzoli di Crema (1843-1910). Entrato nella bottega di Antonio Franceschini, organaro cremasco, Pacifico Inzoli fu poi allievo dei Cavalli di Lodi e successivamente dei Lingiardi di Pavia. Ottimo organaro, costruì oltre 400 organi, tra i quali vanno ricordati il grandioso organo della Cattedrale di Cremona, quello del Santuario della Madonna di Loreto e quello della Madonna di Pompei. Dopo la morte di Pacifico (1910), la sua opera venne continuata dai figli Lorenzo (+1918) e Giuseppe (+1941). La figlia di Giuseppe, Antonietta, sposò nel 1935 il tecnico Attilio Trezzi (+1956), che alla morte del suocero successe alla conduzione della Ditta. Nel 1970 la fabbrica venne rilevata da Luigi Bonizzi, dipendente da 24 anni, che ne continuò l'attività sino al 1984, anno della sua scomparsa. Luigi Bonizzi lavorò sempre con estrema precisione e competenza; in Italia e all'estero continuò la tradizione della Fabbrica Inzoli dando prova di capacità di accordatura e intonazione poco comuni. Dopo la sua prematura scomparsa, la Ditta Inzoli Cav.Pacifico di F.lli Bonizzi, con sede in Ombriano di Crema, continua egregiamente la sua attività con i figli Claudio ed Ennio, coadiuvati dalle sorelle Maria Teresa e Cristina.

Luigi Mentasti

Nicola Canosa da Matera

Si diploma brillantemente in Organo e Composizione Organistica presso il Conservatorio "T. Schipa" di Lecce.

Segue il Corso Sperimentale per la Conservazione e il Restauro degli Organi Storici presso l'Istituto Centrale del Restauro di Roma sotto la guida di Pier Paolo Donati.

Dopo una prima fase teorica e propedeutica, il Corso ha per oggetto il restauro dell'organo Altemps della Basilica di S. Maria in Trastevere, costruito nel 1701 dall'organaro romano Filippo Testa all'interno della cassa del preesistente strumento cinquecentesco di Venereo da Legge.

Per la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici della Basilicata (attuale Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico) svolge attività di schedatura di organi storici sul territorio lucano secondo il modello di scheda "Mischiati" nella versione informatizzata elaborata per l'ICCD da Sergio Chierici e adottata da varie Soprintendenze in Italia.

Per conto dell'ICR collabora con P. Pagliarulo al restauro del positivo ad ala costruito da Luigi Galligari nel 1788 e ubicato nella Basilica Inferiore di S. Francesco in Assisi.

Sotto la direzione delle Soprintendenze PSAE di Basilicata e di Puglia effettua il restauro di diversi organi storici di scuola napoletana dei sec. XVIII e XIX; tra i più interessanti quelli di Petrus de Simone Junior della Chiesa di S. Domenico in Molfetta (1756) e di Leonardus Carelli costruito nel 1755 per la Chiesa del Purgatorio di Matera.

E' laureato con lode in Conservazione dei Beni Musicali presso l'Università degli Studi di Lecce, con la tesi dal titolo "Modelli costruttivi nella produzione organaria di Puglia e Basilicata tra XVI e XIX secolo".

 

N. Triggiano

Paolo Tollari da Fossa Concordia (Mo)

Paolo Tollari, nato a Fossa di Concordia nel 1960, ha frequentato il Liceo Classico di Mirandola e nel 1985 si è laureato cum laude presso l'Università di Bologna con la tesi Gli organi dell'antico ducato della Mirandola discussa con Oscar Mischiati. Cultore di storia locale ed organaria, ha pubblicato migliaia di documenti d'archivio inediti. Dal 2005 è docente di Organaria Storica nel nuovo Corso di Laurea in Organo Liturgico istituito dal Conservatorio di Musica di Bologna in convenzione con la Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna. Collabora con varie Soprintendenze alla tutela e al censimento degli organi storici. Dal 1975 è organista della chiesa nel paese nativo; qui ha aperto una bottega organaria dove con l'aiuto di alcuni collaboratori ha costruito 20 strumenti e restaurato sotto il controllo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali 90 organi storici, specializzandosi in strumenti di scuola bolognese, mantovana, bresciana, pistoiese e meridionale (cattedrale e seminario di Modena, concattedrale-abbazia di Nonantola, basiliche di San Pietro a Reggio Emilia e San Quirino a Correggio, collegiate di Mirandola e Concordia, arcipretale di Poggio Rusco).

 

 

Pasquale de' Rossi da Giovinazzo

Pierfrancesco Pagliarulo da Castellana Grotte (Ba)

Pietro De Simone Jr o Barese

Pinchi Ars Organi da Foligno

Al centro dell'Umbria, cuore verde d'Italia, si trova Foligno, città di antichissima tradizione organaria. Si ha infatti notizia fin dal tardo Medioevo degli eccellenti maestri organari di Foligno e dei loro strumenti rinomati nelle corti dell'Italia centrale. La stessa maestria rese altrettanto celebri, nei secoli successivi, nomi come dei Cataleni attivi in Umbria e nelle Marche tra il XVII e il XVIII secolo, dell'innovativo Aloysius Galligani (1741- 1839 c.a.) che introdusse notevoli modifiche tecniche e foniche ispirata a varie scuole europee, ed infine dei Fedeli, rinomati in tutta Italia e persino all'estero attivi da secolo XVII al 1929, anno della morte dell'ultimo esponente Zeno Fedeli (1848- 1929), maestro di Libero Rino Pinchi (1905- 2000), fondatore della Fabbrica Artigiana di Organi Pinchi. Dopo la morte di Zeno, avvenuta nel 1929, l'attività dei Fedeli cessò e Libero Rino fondò nel 1930 la Fabbrica Artigiana di Organi Pinchi. Tra i lavori più significativi ricordiamo gli organi della Cattedrali di Addis Abeba e Gimma, S. Francesco e S. Maria a Rodi, Cappella Paolina in Vaticano, Santuario di santa Rita a Cascia e Duomo di Orvieto. Nel 1975 Libero Pinchi si ritira dalla vita attiva lasciando l'azienda nelle mani del figlio Guido che aderisce al movimento per la rinascita dell'organo meccanico dedicandosi esclusivamente a questo tipo di strumento. Con Guido l'azienda ha superato abbondantemente la soglia dei 400 organi costriti in Italia e all'Estero. La sua filosofia è sempre stata quella di mirare a strumenti che rispecchiassero una personalità ed una lavrazione autenticamente artigianale, senza farsi condizionare troppodalle varie correnti di pensiero o mode. Pur dedicandosi a realizzazioni che tenevano conto della tradizione italiana ha sempre guardato con attenzione ai modelli transalpini cimentandosi anche in opere complesse che hanno destato l'ammirazione del pubblico, degli organisti e degli organari. Tra i suoi organi più significativi ricordimo quelli per Smithfield e Lidcombe- Sidney, in Australia, Santa Maria delle Grazie a Lecce, la Chiesa dell'Ambasciata Italiana a Bucarest, Santa Maria della Verità a Viterbo, Basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi, Tempio di San Giovanni Bosco in Castelnuovo Don Bosco e il Duomo di Arezzo. I suoi capolavori sono l'organo per il conservatorio di Perugia ed ovviamente il monumentale organo dell'Aula Liturgica di San Pio in San Giovanni Rotondo progettato insieme a Renzo Piano e costruito in oltre due anni di lavoro. oltre la sua attività di organaro è stato socio fondatore della Stinkes Italia srl  che per oltre 10 anni ha costruito canne per diversi organari italiani ed esteri, contraddistinguendosi per l'altissima qualità. Nel 2007 Guido Pinchi ha passato le consegne ai suoi tre figli, Andrea, Claudio e Barbara che per venti anni hanno collaborato con lui apprendendo l'arte di costruire ed intonare organi.

Premiata Fabbrica Organi Cav. Francesco Zanin - Codroipo (Ud)

Vegezzi- Bossi - Torino

ANTONIO BOSSI nel 1550 diede origine in Mendrisio (Canton Ticino) alla costruzione degli organi. GABRIELE BOSSI nel 1635 trasferì la fabbrica a Bergamo, donde oltre due secoli dopo e precisamente nel 1850 FELICE BOSSI la portò a Torino, ove in collaborazione con il figlio Giacomo, costruì i maggiori organi della Capitale e di gran parte delle cattedrali del Piemonte.

Parallelamente nel 1824 CARLO VITTINO, organista alla Cattedrale di Cuneo, fondava a Centallo una fabbrica di organi da chiesa. Artista nell'anima e coadiuvato fin dagli inizi da cooperatori intelligenti e volenterosi, seppe in breve tempo portare le sue opere all'avanguardia, specialmente per finezza e precisione nella meccanica e nell'intonazione del classico ripieno italiano. Moltissimi suoi strumenti testimoniano ancora oggi la sua valentia con il loro perfetto funzionamento. Collaborarono appassionatamente i tre figli : Annetta ( 1816-1886 ), Vittorio ( 1817-1885 ), Francesco ( 1848-1923 ).
VITTORIO
, oltre che organaro provetto, era valente musicista. FRANCESCO, lavoratore intelligente e studioso, lasciò una profonda traccia del suo operato in molti organi costruiti nell'alto Piemonte. ANNETTA si appassionò talmente all'arte del padre da lasciare le occupazioni abituali della donna, per dedicarsi completamente all'organaria con bravura più unica che rara.

Le due fabbriche VEGEZZI BOSSI e VITTINO, operanti entrambi nella stessa regione, nello stesso tempo, fautrici di strumenti di inestimabile valore artistico, erano destinate ad incontrarsi e fu appunto ANNETTA VITTINO che, sposando nel 1865 il già vedovo GIACOMO VEGEZZI BOSSI (padre di Carlo I), formò il grande anello di congiunzione fra le due case.
A Torino 
Annetta assunse la direzione tecnica della fabbrica, mentre al marito era riservato il compito delicatissimo dell'intonazione ed accordatura degli organi che venivano installati in ogni parte d'Italia. Iniziò così un periodo di collaborazione fra le due case, sia per la parentela che per la stima reciproca, con scambio vicendevole di materiali e maestranze. Collaborazione che portò alla premiazione di entrambe con la massima onorificenza, Medaglia d'oro senza distinzione di grado, alla Esposizione Generale Italiana in Torino nel 1884. I risultati di tale collaborazione furono presto evidenti; si ebbero un forte sviluppo nella produzione e grandi miglioramenti tecnici che portarono gli organi VEGEZZI BOSSI e VITTINO ad essere i preferiti dai grandi Maestri organisti dell'epoca. Deceduto nel 1883Giacomo Vegezzi Bossi, la fabbrica di Torino continuò sotto il nome "ANNETTA VITTINO Ved. VEGEZZI BOSSI e CARLO VEGEZZI BOSSI" fino al 1886, anno in cui anche Annetta mancò ai vivi.

FRANCESCO figlio di 2° letto di Giacomo, bisnonno degli attuali continuatori, si trasferì a Centallo presso gli zii materni ove esercitandosi indefessamente nell'arte sua, vi rimase fino al 1893. Ritornato a Torino dal fratello Carlo I , per lo spazio di 15 anni dedicò interamente la sua originale attività agli strumenti che in quel periodo venivano inviati in tutta l'Italia e all'estero. Furono gli anni in cui si promosse ed iniziò la riforma organaria, anni intensi di studio e lavori speciali che hanno favorito il passaggio graduale dall'antica alla moderna arte organaria mediante grandi miglioramenti tecnici.

FRANCESCO VEGEZZI BOSSI artefice coscienzioso, organaro di pura razza, (come ebbe a definirlo il Comm. Sizia, membro della Sov.za dei Mon.ti del Piemonte) si dedicò soprattutto allo studio ed alla fabbricazione delle canne, specializzandosi tanto da arrivare alla perfezione.

Nel 1908,quale rilevatario della fabbrica dello zio materno Franceso Vittino, si stabilì definitivamente a Centallo, continuando la sua opera di grande artista e coadiuvato più tardi dal figlio CARLO II costruì grandiose opere dal Nord-Europa alla punta meridionale dell'America del Sud.

Trascorso il periodo bellico, triste oltretutto per la scomparsa del Cav. FRANCESCO nel 1943, la ripresa è stata particolarmente difficoltosa, ma con tenacia, grandi sacrifici e continui studi di aggiornamento, CARLO II VEGEZZI BOSSI continuò l'opera paterna, compiendo ulteriori progressi tecnici nella costruzione ed espandendo i suoi lavori in tutto il territorio nazionale ed estero.

Il figlio di CarloFRANCESCO II VEGEZZI BOSSI, si dimostrò un degno continuatore della tradizione dei Vegezzi Bossi e dei Vittino per i suoi continui studi sulla trasmissione degli strumenti anche in relazione all'applicazione dell'elettronica, ottenendo i primi significativi risultati sin dai primi anni ottanta. Tuttavia egli non potè portarli a termine a causa della sua improvvisa morte, avvenuta nel 1984.

A continuare la tradizione delle famiglie e l'eredità di lavoro lasciategli da suo padre, è ora ENRICO VEGEZZI BOSSI, che in società con BARTOLOMEO BRONDINO, già collaboratore della ditta dal 1980 quale intonatore ed accordatore, opera alla gestione ed allo sviluppo tecnologico dell'azienda.

Entrambi hanno intrapreso l'attività in giovane età, alternando gli studi scolastici con il lavoro in bottega; gli oltre ottanta restauri storici portati a termine e gli oltre trenta nuovi strumenti costruiti dal 1984 ad oggi sono la testimonianza dell'attività odierna nel proseguimento della tradizione secolare.

 

 

Strozzi - Ferrara